Pillacchere – 15

Non so chi abbia avuto la ventura di assistere all’esibizione sconfortante e miserevole del responsabile politico di M5S, Luigi Di Maio, martedì 30 gennaio su La7; ma a me è successo, e ne sono rimasto sconcertato. Parlando da Londra, dove era andato per incontrare quattro strozzini che gli avevano gabellato per finanzieri, e dando prova di grande maleducazione con l’interrompere continuamente gli intervistatori, ha dato di sé e del movimento che rappresenta un’immagine sconfortante, a conferma dei giudizi dati da chiunque abbia un minimo di capacità di giudizio. Nonostante i falsi sondaggi, di origine nazionale o d’oltremare, che danno dei coglioni agli italiani, attribuendo alla maggioranza degli elettori il giudizio di “politico più competente in economia” alla statuina napoletana. C’è da chiedersi quanto siano costati, a M5S, a Grillo o a qualche sponsor, questi sondaggi.

Nell’intervista, tra altre corbellerie, Di Maio è stato capace di manifestare la sua grande ammirazione per quelli che ha definito “super competenti”: un insieme di modesti ricercatori di basso livello, avvocaticchi, mediconzoli e pennivendoli di dubbia moralità che hanno accettato di essere candidati coi grillini. E addirittura è arrivato a preconizzarne la presenza in un eventuale governo M5S; anche se, a ben pensarci, sono stati ministri la Madia e Galletti, quindi è proprio vero che ministro può essere chiunque; e che, del resto, tutti i giudizi espressi devono essere valutati anche in relazione alla qualità di chi giudica.

Il nostro amico ha poi dato luogo a un’esibizione di farfugliamenti e balbettii sui programmi, contorcimenti sulla mancata continuità degli impegni, basso livello di cultura nella comunicazione: insomma, un’esibizione sulla base della quale nessuna persona sana di mente potrebbe mai votare alcun candidato del M5S.

E questa, spero, è anche una previsione; quanto a me, non avendo tempo da perdere, cercherò di evitare di assistere ad ulteriori esibizioni di questa fatta.

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Che gli adolescenti e i giovani siano in larga parte maleducati, scomposti, all’oscuro di elementi di conoscenza essenziali a comporre una cultura decente, è fatto sicuro; ma di chi è la responsabilità per questo stato di cose?

Fermo restando che ognuno è responsabile dei propri comportamenti e dei propri atti, è pure importante riconoscere nel fatto suesposto il fallimento delle generazioni dei padri e dei nonni di questi virgulti. Abbiamo mancato nella trasmissione di un’adeguata qualità e quantità di informazioni, e delle regole per interpretarli correttamente; nell’insegnare regole di comportamento informate al rispetto di se stessi e degli altri; nell’impartire la conoscenza ed il rispetto delle norme che caratterizzano i comportamenti accettabili.

Abbiamo delle scuse, certo: abbiamo convissuto con la pressione forte delle delinquenziali teorie comuniste e fasciste; i nostri genitori erano molto impegnati nel ricostruire un’Italia distrutta dalla guerra; l’espansione del numero di studenti ha determinato la forte dequalificazione del corpo docente. Ma tutto questo, se rende comprensibili i nostri difetti, certamente non li giustifica.

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Ma guardate un po’ cosa mi tocca: essere d’accordo con la Lorenzin. È vero che anche un orologio rotto ha ragione due volte al giorno, ma trovarsi d’accordo con la Lorenzin …

Beh, l’argomento è quello delle vaccinazioni, e con la suddetta sono d’accordo a proposito delle vaccinazioni, del loro obbligo e dell’esclusione dalla scuola dei non vaccinati, e la deroga illegittima che, nella sua immensa ignoranza, il sindaco di Roma Virginia Raggi ha ritenuto di dover emettere per i bambini non vaccinati.

Ora, è chiaro anche a uno studente ritardatario del primo anno di giurisprudenza che nessun sindaco ha il potere di stabilire deroghe ad una legge dello Stato; oltretutto la pretesa motivazione della “continuità scolastica” non ha alcun senso in riferimento a bambini che frequentano scuola materna o asilo.

Dunque, viva la Lorenzin: ma solo su questo argomento, e non – soprattutto – il 4 marzo.

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